Il senatoconsulto silaniano dispose che tutti i membri della familia servile che si fossero trovati nella casa del dominus al momento della uccisione di costui sarebbero stati sottoposti a tortura e quindi condannati a morte. Esso introdusse una disciplina repressiva sia per il comportamento direttamente lesivo sia per il mancato soccorso da parte dello schiavo nei riguardi del padrone aggredito da altri, indipendentemente dall'effettiva condotta tenuta dal servo, al quale era preclusa qualsiasi possibilità di difendersi. L'analisi del senatoconsulto silaniano e dei successivi interventi autoritativi mostrerà come lo schiavo era considerato come semplice strumento di repressione, mero corpo senza anima. La scelta dell'approfondimento di questo problema fra i tanti che riguardavano gli schiavi è dipesa sostanzialmente da una precisa considerazione di partenza: la decisa diversità dell'oggetto dell'intervento senatorio del 10 d.C. rispetto alla normativa vigente della lex Cornelia in vigore sin dall'81 a.C.