La diffusione del fenomeno sindacale, e comunque dell’associazionismo dei lavoratori nell’evoluzione del conflitto industriale dalla seconda metà del XIX secolo in poi, ha portato alla luce che, lungi dallo schematico dualismo liberista interesse individuale-interesse generale, nella realtà moderna emerge una quantità crescente di interessi che coinvolgono non più singoli soggetti, bensì gruppi, classi e categorie sociali. Benché ormai entrato a far parte del comune patrimonio giuridico, l’interesse collettivo fatica non poco a farsi largo e a “trovare giustizia” in un sistema processuale ad impronta fortemente individualistica. Il prototipo, costituito dall’art. 28 della Legge n. 300 del 1970, ha rappresentato certamente una profonda novità nel nostro sistema attraverso il conferimento dell’azione ad un soggetto collettivo, ma si è presto mostrata l’urgenza, se non di prescinderne, quantomeno di andare oltre i suoi confini. L’obiettivo della ricerca è stato allora proprio quello di analizzare il rapporto tra interessi collettivi e processo, le modalità di risoluzione delle controversie del lavoro promosse su interessi collettivi da soggetti collettivi (in primis, il sindacato), gli effetti ed i riflessi possibili su alcuni concetti cardine del diritto processuale.