Un giorno prima della fine del secolo nell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro procede da una rievocazione delle principali vicende dell’Università degli Studi di Bari durante il primo secolo di vita. Il commento degli episodi che hanno caratterizzato nel tempo di un secolo la vita dell’Università barese è analizzato dal prof. Vincenzo Caputi Jambrenghi, che ha trascorso mezzo secolo –dal 1 ottobre 1959 al 31.12.2012– tra le mura e nell’idem sentire della Comunità universitaria barese, seguendo in tre capitoli i momenti essenziali della sua storia.
Nel primo si presentano due vite per l’Università di Bari: Aldo Moro (studente, docente, ministro) e Pasquale Del Prete (Rettore dal 1959 al 1969). La piena, fraterna collaborazione tra i due produce risultati straordinari: dall’Istituto di alti studi agronomici mediterranei (IAM); al Palazzo di Giurisprudenza, che più tardi si intitolerà Palazzo Del Prete; all’impostazione del Campus, opportunamente sviluppato dal successivo Rettore Quagliariello; alla Facoltà di Medicina, costruita da Pasquale Del Prete nel suo decennio di Rettorato, pervenuta ad un livello eccelso, a lungo la migliore d’Italia. L’esposizione si ferma al 1978, data tragica che segna la fine di un periodo magnifico dell’Università di Bari. Prima di lasciare il Rettorato, Del Prete difende vittoriosamente, con l’avvocato professore Aldo Mazzini Sandulli, l’Università ed il suo gioiello, la Facoltà di Medicina e Chirurgia, da un ricorso “politico” al Consiglio di Stato che, interpretando la legge Mariotti del 1968 ad usum delphini, tentava di estromettere l’Università dal Consorzio ospedaliero del Policlinico di Bari, che si intendeva destinare alla sola gestione regionale “futura”.
Nel secondo capitolo si passano in rassegna le personalità dei Rettori Magnifici dell’Università di Bari, da Pende (1925) a Bronzini (2025), previo riferimento alle difficoltà di superare l’ostilità dell’Ateneo napoletano che non poteva sopportare un’Università a Bari, con la conseguente sottrazione della popolazione studentesca dalla Federico II, l’unica Università meridionale che aveva impartito per secoli un alto insegnamento superiore: nel ventennio in situazione ancora più intensamente monopolistica.
Segue una descrizione del Palazzo Ateneo, dall’appalto all’inaugurazione, dell’Aula Magna con i suoi magnifici affreschi, del Palazzo delle Poste e dei Telegrafi, di quello delle Ferrovie dello Stato in corso Italia e di quello dell’ENEL in via Crisanzio di fronte a Giurisprudenza, strutture sempre in incremento, come nei risultati scientifici.
Il terzo capitolo conclude il lavoro con la descrizione di episodi di vita universitaria concernenti l’Autore, che descrive un rapporto personale di fedeltà alla sua Comunità universitaria, accaduti quando egli era assistente volontario del prof. Pasquale Del Prete dal 1963, ordinario dal 1967, professore stabilizzato dal 1971, associato dal 1982, ordinario dal 1987.