Quale è stata la relazione tra “lingua”, “letteratura” e “fede cattolica” nella vita e nelle opere di John Ronald Reuel Tolkien? A cosa o a chi egli si è ispirato per raccontare e descrivere i luoghi, i personaggi e gli avvenimenti narrati ne Lo Hobbit, ne Il Signore degli Anelli e nel suo Legendarium? Galadriel è veramente un’immagine della Vergine Maria? Che tipo di tensione è intercorsa tra Sméagol e Gollum e quale è stato il ruolo di questa misera creatura nelle vicende della Terza Era? Che significato hanno avuto gli avvenimenti della Voragine del Fato? Quale “altra potenza al lavoro” ha guidato i passi e le decisioni di Bilbo, Frodo e degli altri Hobbit della Contea? A queste e ad altre domande vuole dar risposta questo libro, fornendo al lettore e allo studioso un metodo per poter entrare, in maniera critica, all’interno dei racconti tolkieniani. Attraverso la comparazione di testi e traduzioni, la ricerca delle fonti, la delineazione di originali piste di riflessione, mai date prima, e la lettura inedita e finalmente “contestualizzata” della Lettera n. 142 nella quale Tolkien stesso ha ammesso che Il Signore degli Anelli “ovviamente è un’opera fondamentalmente religiosa e cattolica”, chiunque voglia accostarsi a questo volume, esperto o semplice lettore, vi potrà trovare in maniera accessibile e semplice, ma anche critica e scientificamente fondata, un percorso affascinante, fatto di immaginazione e scoperta di un Mondo Secondario nel quale potersi avventurare tra i sentieri, i ruscelli, i boschi e i monti della Terra di Mezzo.