“Le Puglie” e i loro  dintorni
  Se  volessimo giocare, alla ricerca di autorevoli modelli, con le memorie antiche,  potremmo dire che anche la regione pugliese, come l’antica Gallia nelle parole  di Cesare che davano inizio all’opera sua più famosa accorpando storia e  geografia, si divide in tre parti («in partes tres»), la Terra di Bari, la  Terra d’Otranto e la Daunia. E si potrebbe aggiungere che il nome della  macroregione abbia rivestito un ruolo tale nei tempi antichi fino a tutto il  Medioevo, da confondersi con la regione lucana e con la Calabria, fino a  comprendere l’intera Italia meridionale, o meglio il retroterra napoletano. L’Apulia, regione definita dalla divisione  amministrativa dell’impero di Augusto, andava ben al di là dell’attuale regione  Puglia, e nei secoli XI-XII poté ben essere il punto di riferimento del primo  regno che unificò il Mezzogiorno d’Italia, il regno normanno, i cui sovrani  cominciarono a chiamarsi re della Puglia prima di assumere il nome di re di  Sicilia con il passaggio del centro del regno a Palermo.
è  giusto quindi che nel dare un’immagine della Puglia, ricorrendo alle memorie  dei luoghi direttamente o indirettamente rappresentati, ci riferiamo alla  Puglia modernamente intesa secondo l’ordinamento regionale della nostra  Costituzione, ma teniamo presente quell’affinità che percepivano gli antichi  con un retroterra che si spinge almeno fino all’odierna Basilicata, pur avendo  questa un’identità alla quale faremo riferimenti. Ed è giusto anche insistere  sulla varietà unitaria della Puglia, sfatando l’ipotesi, spesso corrente, che  nell’uso del plurale Puglie, chissà come formatosi, si alluda alla molteplicità  delle sue subregioni. L’unificazione della regione Puglia, risalente – come  abbiamo visto – al culmine dell’età romana e smarritosi nel Medioevo con  l’emergere anche di identità italiche preromane Daunia, Peucezia (per la Terra  di Bari), Iapigia e Messapia (per la Terra d’Otranto), avvenne per impulso  dell’ordinamento imperiale, ma si consolidò nel secolo XVII con l’avvento degli  ordini religiosi riformati, che diedero alla regione un comune, pur articolato,  governo religioso.