Il difficile equilibrio tra uomo e ambiente costituisce sicuramente, da circa un cinquantennio, uno dei principali momenti di riflessione in tutti i settori scientifici per effetto del rilievo sociale delle relative problematiche e, soprattutto, per effetto della sensibilità alle stesse problematiche sviluppatasi nell’opinione pubblica mondiale. L’interesse a tali tematiche riguarda, ovviamente, anche le scienze giuridiche e, in particolare, data la dimensione transnazionale dei principali fenomeni di degrado ambientale, il Diritto internazionale e il Diritto dell’Unione europea. Per le Istituzioni UE si tratta di una competenza di acquisizione abbastanza recente e, comunque, condizionata dalla sua natura concorrente (art. 4, par. 2, lett. e TFUE) e, quindi, nelle relative modalità d’esercizio, dal principio di sussidiarietà oltre che da quello di proporzionalità (art. 5 TUE). Una competenza che, peraltro, ha consentito il prodursi di documenti normativi di grande importanza e, soprattutto, di notevole “impatto” negli Stati membri nell’intento di conciliare la crescita economica – obiettivo del mercato unico – con i principi di salvaguardia dell’ambiente.