L’ormai consolidata tendenza del nostro ordinamento a regolamentare l’impresa in qualche misura attinta da metodo o fine illecito (e, quindi, “contaminata” dall’illecito legato alla criminalità) passa oggi principalmente attraverso la disciplina concentrata negli artt. 35 e ss. del c.d. Codice antimafia (d. lgs. 6 settembre 2011, n. 159) e articolata in istituti e procedure di origine tipicamente civilistica, spesso concorsuale, seppur affidate alla quotidiana cognizione del giudice penale.
Il lavoro offre, pertanto, un contributo ricostruttivo di gran parte di queste regole dedicate alla particolare gestione “coattiva” – per sequestro o confisca – del patrimonio dell’imprenditore perché il lettore possa disporre di proposte e soluzioni interpretative dei più frequenti problemi applicativi posti ogni giorno da tali norme di legge.