Una disciplina scientifica può risultare affascinante non solo per i contenuti specialistici che tratta, ma anche per la cultura (intesa anche in senso antropologico) che reca con sé, fatta di fondamenti, di paradigmi, di categorie, di visioni del reale, di approcci, di attribuzioni di senso, di tecniche, di strutture intellettuali, di metodologie. Al dischiudersi di nuovi orizzonti culturali spesso segue la ricerca di forme di comunicazione interdisciplinare, che non di rado ha buon esito e contribuisce all’evoluzione e ad una più profonda comprensione della disciplina conosciuta.
Chi si approccia scientificamente al diritto ha l’obbligo di avvertire il fascino delle altre scienze, al fine di coglierlo appieno nella sua vocazione, intrinseca e coessenziale, ad ordinare porzioni più o meno grandi di realtà.
Ecco, dunque, il senso della ricerca di una metametodologia giuridica generale, che sia disposta ad esplorare ogni ambito scientifico senza pregiudizi epistemologici di fondo.
Lo studio del diritto è stato però poco proclive ad incontrare le discipline non umanistiche e, men che meno, quelle che adottano linguaggi formali, come la matematica o la logica formale propriamente detta.
Questo ritardo va colmato.
Le scienze formali offrono infatti uno sterminato serbatoio di strumenti e concetti, estremamente utili per approfondire scientificamente il senso giuridico di quella logica da cui si ritiene non si possa prescindere nella produzione, nell’interpretazione e nell’applicazione del diritto.
Un tuffo nelle scienze formali è poi oltremodo opportuno, per partecipare attivamente al sempre più marcato processo di tecnologizzazione del diritto: le sirene della giustizia predittiva sono sempre più insistenti ed un approccio interdisciplinare culturalmente avanzato può evitare che prenda direzioni sterilizzanti di un’umanità giuridica che, al contrario, potrebbe uscire vivificata e rinnovata.
Questo primo volume contiene quattro saggi che riguardano diverse modalità di incontro tra scienze formali e diritto: l’autore, con taglio marcatamente sperimentale, tenta di mostrare quanto fecondo euristicamente possa significare questo sguardo congiunto.