L’esame di abilitazione non ha – da sempre – pace: sin dalla notte dei tempi, quando i candidati aspiravano a diventare Procuratori Legali (il titolo di Avvocato si conseguiva dopo alcuni anni dal superamento dell’esame), era previsto un esame scritto. Prima sotto forma di tema, poi di parere motivato e di atto giudiziario. Questo percorso dominato dal binomio prova scritta – prova orale è stato interrotto soltanto in un’occasione: a sconvolgere la monotonìa ci ha pensato, nel 2020, la pandemia da COVID-19. Fu necessario inventarsi un sistema alternativo di selezione delle aspiranti editoriatoghe che garantisse il “distanziamento sociale”, e nacque così l’idea dell’orale “rafforzato”. Finita l’emergenza, si è poi passati a un sistema provvisorio misto nel quale l’unica prova scritta – l’atto giudiziario – è associato alla risoluzione di un quesito breve (in stile “Covid”) e a una prova orale su un ridotto numero di materie, ma già si parla di modificare ulteriormente le modalità d’esame. Ma sullo sfondo aleggia un sistema definito in tutti i suoi dettagli e mai entrato a regime, nel quale l’abilitazione forense assume tratti molto simili al concorso in magistratura. Cosa ci riserverà il futuro? Difficile dirlo, in una terra nella quale nulla è più definitivo del provvisorio. Questo libro vuole essere un aiuto, un po’ come si usava con i vecchi sussidiari delle scuole elementari, o piuttosto una guida per “sopravvivere” all’esame, ossia per avere sotto mano tutto ciò che serve per redigere un atto giudiziario e non solo. I nostri lettori stiano però certi: se l’esame dovesse cambiare, sapremo fornire loro un nuovo manuale di sopravvivenza aggiornato alle ultime trovate del nostro legislatore.