Il lavoratore autonomo è, di norma, colui che si muove in condizioni di libertà e di eguaglianza nel mercato contrattando regole e compenso della prestazione. Tuttavia, contrariamente all’idea che costituisce luogo comune secondo cui la concorrenza economica avviene tra le imprese e non fra individui, in questo caso sono proprio le attività (prevalentemente o esclusivamente) personali a svolgersi in regime di concorrenza, con tutte le conseguenze facilmente intuibili in ordine alla determinazione del compenso in quanto elemento su cui si gioca la competizione al ribasso.
L’ A., dopo aver ricostruito la disciplina del lavoro autonomo nella sistematica civilistica e nel disegno costituzionale complessivo, valorizza il combinato disposto dei principi di cui all’art. 35 Cost. e art. 3, c. 2., Cost., concludendo per la possibilità di distinguere nell’ambito del lavoro autonomo una classe di rapporti da proteggere, non secondo la disciplina dell’art. 2094 c.c. L’A. individua e analizza gli interventi legislativi che si inseriscono in questa direttrice. Infine, si sofferma sulla compatibilità della contrattazione collettiva dei lavoratori autonomi col diritto europeo della concorrenza, e sulla possibile evoluzione della questione.