Nella vastissima produzione italiana di manuali di diritto societario, mancava, a quanto consta, un manuale così spiccatamente proteso verso il common law, in particolare il diritto inglese, e la legislazione del Companies Act 2006. Il presente libro viene dunque a colmare un settore di nicchia del diritto commerciale italiano, in quanto, per ogni istituto oggetto di disamina, fornisce un quadro di riferimento costante della “controparte” di Oltremanica.
Dalla responsabilità degli amministratori alla disciplina dei takeovers, ovvero offerte pubbliche di acquisto, passando attraverso le acquisizioni societarie, la counterpart britannica viene richiamata costantemente, come un utile comparator. A rendere utile, e forse anche necessario, il richiamo alla normativa anglo-americana è anche la considerazione che i due fenomeni fondamentali del diritto commerciale, i mercati (e.g. London Stock Exchange) e banche (e.g. Royal Bank of Scotland), hanno acquisito la loro rilevanza e importanza globali proprio a Londra e Edimburgo, città in cui il libro è stato concepito e scritto.
In aggiunta alla visuale globale e transnazionale, il manuale del diritto societario si arricchisce anche di una visuale pubblicistica. L’ossimoro – diritto societario, quale epitome del diritto privato, e diritto pubblico, nella sua versione tradizionale italiana, basato sulla Costituzione scritta – sembra magicamente superato in questo lavoro, non per vezzo accademico, ma soprattutto sulla scorta di una spinta inarrestabile degli operatori, che devono ora considerare i caveat pubblicistici, quali la sostenibilità, come vincolo per il proprio operare.
In altri termini, è proprio l’ossimoro tradizione-innovazione, a cui si aggiunge la prospettiva di common law, a rendere il lavoro non solamente originale ma anche una bussola che orienta l’attività societaria, secondo un approccio giuridico ovviamente, nel labirinto dell’evoluzione. L’aspetto che impreziosisce l’opera è da rinvenire nell’approccio estremamente pragmatico del mondo britannico. Quest’ultimo, più precisamente, può rappresentare uno stimolo, o addirittura un modello, sia per il legislatore che per il singolo imprenditore nell’assumere decisioni di nevralgica e strategica importanza.
In questo modo l’opera, scritta dal Regno Unito e dalla Scozia, sfata il falso mito di Adam Smith e del suo mondo (la Anglo-American society) quale baluardo del neo-liberismo più sfrenato. Questo manuale, in realtà un research textbook, dunque un manuale ispirato dalla ricerca, dimostra quanto fallaci possano essere taluni stereotipi italiani, corroborando per contro la tesi che le evoluzioni pubblicistiche del diritto societario hanno un fondamento proprio nella terra dell’economista e filosofo di Kircaldy.