34 - Il mediatore europeo

ISBN: 9788866118732
NUMERO PAGINE: 390
€ 40,00

All’indomani dell’adozione del Trattato di Maastricht del 1992, in dottrina si è immediatamente aperto il dibattito sulle potenzialità del mediatore europeo, la cui istituzione è stata prevista dall’art. 138 E del detto trattato. Invero, numerose erano state le incognite rispetto all’utilità del nuovo organo.
In primo luogo, alcuni studiosi si erano chiesti se la sua istituzione fosse realmente necessaria, o se, in realtà, non si trattasse di un semplice espediente per rilanciare l’immagine della Comunità europea. Vale la pena, infatti, di ricordare che il Trattato di Maastricht è stato negoziato in un periodo di crisi del processo di integrazione europea, durante il quale i cittadini stavano mostrando un sentimento di forte disaffezione verso il progetto comunitario. Per tale motivo, una delle principali questioni discusse in sede di conferenza intergovernativa ha riguardato proprio la necessità di riconfigurare la posizione dell’individuo, opportunamente collocandolo al centro del processo di integrazione europea. In tal senso, l’istituzione del mediatore europeo è ascrivibile al processo di democratizzazione dei rapporti fra istituzioni e i cittadini, nonché fra le istituzioni e i soggetti privati, inclusi i cittadini di Stati terzi e le persone giuridiche aventi la sede sociale in uno Stato membro. Tale processo è, indubbiamente, fondato anche sul principio di trasparenza dell’azione amministrativa europea e sul riconoscimento ai soggetti privati del diritto di denunciare ad un organo indipendente casi di cattiva amministrazione nell’attività delle istituzioni, degli organi e degli organismi delle allora Comunità.

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Anno Edizione 2020
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