Nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia questo libro ripropone le pagine più significative del primo disegno di una storia della letteratura italiana (1723): un inventario delle virtù che nelle scienze, anche moderne, poteva vantare l’Italia, realizzato da un intellettuale del Mezzogiorno sensibile alla convergenza dei saperi e all’unità culturale e civile della Nazione. L’anacronismo del tricolore fra gli attributi del simbolo italico, ricreato in copertina sulle parole dello stesso Gimma, è il segno di un’aspirazione politica talora coltivata dall’Italia dei letterati, ed interpretata per l’occasione da Carlo Fusca, evocatore di storia e di miti.