La democrazia non è stata un successo per la storia delle società occidentali, né il sostantivo indica realtà che in altri tempi e in altre situazioni possono ritenersi compiutamente realizzate. Il Governo di popolo, infatti, si è affacciato sullo scenario della storia in varie situazioni che si contano su meno delle dita di una sola mano, per la durata di alcuni secoli fra loro tanto tanto lontani. La democrazia ha conosciuto momenti entusiasmanti di slancio, battute di arresto e oblii lunghissimi, tali che oggi appare a chi è privo di ambizioni di potere come un'illusione e non più come un sogno da realizzarsi; per chi, invece, ha ambizioni di potere è solo uno slogan. Ma si è tracciato un percorso, per quanto contraddittorio e contrastato fino allo spasmo, che ha conosciuto il suo stadio più avanzato con il costituzionalismo del XX secolo. Vi è, pertanto, una grande conquista della democrazia: la Costituzione repubblicana del 1947, in Italia, e le costituzioni dei Paesi europei del secondo dopoguerra. Oltre questo sogno costituzionale (che non ancora pervade le strutture sovra-statali come quelle dell'Unione Europea) vi è solo il ritorno indietro e un'altra grande discesa della parabola democratica. In questa prospettiva si inserisce la crisi dei partiti che è crisi della rappresentanza, del pluralismo, della partecipazione edei livelli locali di governo. La crisi dei partiti è la crisi della democrazia costituzionale. Occorre ripartire da questa e dalle persone.