Da tempo diffuse in ambienti di common law, le investigazioni digitali sotto copertura sono progressivamente apparse anche nei sistemi europei, soprattutto nella lotta a terrorismo e sfruttamento sessuale dei minori. Tratto distintivo è l’impiego di profili fittizi online, destinati a carpire l’affidamento degli internauti, instaurare legami, immergersi e integrarsi, a scopi accertativi, nel flusso interattivo che accompagna le condotte oggetto di indagine. Uno sguardo alle prassi d’oltre oceano ne svela, comunque, la poliedricità, essendo fruibili per monitorare, senza limiti di tempo e barriere fisiche, aspetti significativi della vita altrui, testarne l’inclinazione criminale e stimolare contributi dichiarativi anche autoincriminanti sui quali imbastire l’accusa.
Sul versante interno, il congegno è stato relegato ai margini del settore giudiziario e richiede, pertanto, un approfondimento, prima di tutto, sistemico.
Premesso l’assetto normativo, lo studio sonda morfologia, tecniche e dinamiche emergenti dal diritto vivente, esplorando profili funzionali e contesto assiologico, al fine di enucleare soluzioni in grado di assicurare legalità e proporzionalità all’intervento investigativo specifico.