Le aree marine protette, sulla scia delle più recenti istanze internazionali, non rappresentano più, o solo, uno strumento di tutela settoriale e limitato alla protezione di singoli ecosistemi, ma un elemento centrale delle nuove politiche di conservazione, rappresentando in nuce quella forma di tutela dell’ambiente e dei suoi equilibri scevra da qualunque finalità utilitaristica e nella quale l’interesse naturalistico assume una posizione di supremaziasugli altri interessi pubblici e privati. E ciò in conformità con il Green Deal e la nuova Strategia europea sulla biodiversità per il 2030 che ha l’obiettivo di proteggere in modo efficace almeno il 30% della superficie terrestre e il 30% del mare, di cui almeno un terzo soggetta a un regime di stretta protezione. Il traguardo può essere conseguito solo dando vita ad una rete di aree marine protette efficacemente gestite nei mari europei ed implementate nell’intero Mediterraneo grazie ad accordi di cooperazione con i Paesi che si affacciano sulle sue sponde nel senso più profondo del Goal 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questo lavoro analizza, in particolare, la normativa europea di settore e la cosiddetta Politica Marittima Integrata (PMI) e approda, infine, all’analisi della Pianificazione dello Spazio Marittimo (PSM), introdotta dalla direttiva Ue n. 89/2014, uno strumento che, se ben utilizzato, può diventare la chiave di volta per coniugare tutela e sviluppo nei mari europei e nel Mediterraneo.