L’ambiguità di taluni aspetti dell’originaria realtà costituzionale della città del Tevere (VIII-V sec. a. C.), e così la complessità di alcuni meccanismi processuali della lunga età tra Romana respublica e principato inducono a scandagliare testi letterari e giuridici non sempre di facile approccio. Il rispetto nell’avvicinare tali materiali, l’onestà nel non aggirare gli ostacoli testuali, l’acume nell’individuare soluzioni inconsuete ma accettabili – dunque una seria esegesi critica della documentazione antica –, consentono la ricostruzione di credibili scenari storico-giuridici e dogmatici nel tentativo di offrire al lettore orizzonti culturali più ampi e più nitidi.