Il contributo intende offrire una (ri)lettura costituzionale del «governo del territorio ». Argomento assai complesso, da sempre dominato da molti saperi, che in questa sede viene approfondito alla luce dei diritti, dei doveri e, in apicibus, dei principi contenuti nella Carta repubblicana. In particolare, dopo aver tentato di fare chiarezza sulla “multidimensionalità” dell’«urbanistica» – nucleo duro, assieme all’«edilizia», del «governo del territorio» – e aver ripercorso le principali tappe della sua evoluzione normativa, la riflessione si concentrerà sulle concrete possibilità di restituire dignità a tale materia/funzione. Competenza ancora oggi “ripartita” tra Stato e Regioni, il cui raggio d’azione risulta essere sempre più determinato da queste ultime, come del resto già antiveduto – in senso critico – da alcuni Costituenti. Una volta affrontate le maggiori criticità rimaste ancora irrisolte sul piano legislativo e costituzionale, il lavoro saggerà poi il tema della partecipazione della cittadinanza alla trasformazione degli spazi fisici dell’urbs, anche alla luce delle indicazioni contenute nel PNRR e in altri documenti sovranazionali. Non da ultimo, tenendo conto anche degli sviluppi del costituzionalismo ambientale, non mancheranno indicazioni in merito alla possibilità di concepire la competenza «governo del territorio» come ormai assorbita da una più ampia funzione di «governo dell’ambiente», in cui a legiferare non potrà che essere – in via esclusiva – il legislatore statale.