Il testo riporta le conclusioni di un rapporto sulle conseguenze dei sistemi alimentari sulla perdita di biodiversità, elaborato da Chatham House e supportato dall'intervento di Jane Goodall, noto etologo. Si sottolinea l'importanza di conciliare la produttività agricola con la tutela ambientale, considerando l'attuale intensificazione della produzione e il cambiamento climatico come fenomeni interconnessi. Si fa riferimento alla "Carta di Milano" del 2015, che sottolinea il diritto al cibo, e si evidenzia l'iniziativa editoriale volta a raccogliere contributi di studiosi per affrontare le questioni normative legate alla tutela ecosistemica.
Viene proposto un approccio circolare, che considera l'ambiente come una situazione giuridica riflessa della persona, e si esplora il concetto di sostenibilità come parte integrante dei diritti umani. Si discute anche la necessità di un cambiamento di paradigma, in cui l'ambiente non è solo un contorno ma un requisito fondamentale per lo sviluppo.
Il testo si articola in due principali tematiche: le fonti di approvvigionamento alimentare e la questione dei valori, con particolare attenzione all'Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Si sottolinea l'importanza di un consumo critico e di un mercato equo e solidale.
Infine, si riflette sul bilanciamento tra ambiente e sviluppo, proponendo un cambiamento di paradigma in cui l'ambiente non è una condizione secondaria ma un requisito fondamentale per il progresso.