Le fisiologiche dinamiche di sviluppo della Costituzione rivelano in alcuni ordinamenti statali europei i tratti di una vera e propria trasformazione costituzionale, negli assetti organizzativi come nei caratteri sostanziali, portata a compimento attraverso le forme classiche della revisione di parti del testo o degli adattamenti di senso delle norme costituzionali. In modo consapevole o conseguente, la Costituzione cambia seguendo un crinale non ordinario, sotto l’impulso di stimoli inediti o dagli effetti sostanzialmente costituenti.
Con riguardo alla Costituzione italiana, nello specifico, tali dinamiche appaiono strettamente connesse allo strutturarsi progressivo di una condizione di emergenza – sanitaria, climatica, energetica, etc. – che è presupposto del ricorso a strategie di prevenzione, come accaduto in particolare con la legislazione di contrasto alla crisi sanitaria pandemica, in cui è risultato sensibilmente dimesso o compromesso lo spessore di garanzia dei diritti costituzionali e della dignità umana. Ma anche in seguito alla revisione costituzionale degli artt. 9 e 41 Cost. si mostra evidente una progressiva recessione dell’impronta liberale che pure caratterizza la Carta del ’48, di cui è espressione, in primo luogo, il valore primario della persona. Di contro, si fa largo una rappresentazione essenzialmente “comunitarista”, in cui l’interesse generale sempre di più è assunto a valore preminente che lo Stato è chiamato ad assicurare anche attraverso il sacrificio costante e grave di diritti e libertà fondamentali individuali.