Dopo oltre un secolo di dibattito in sede dottrinaria e giurisprudenziale, il silenzio amministrativo presenta tuttora profili di interesse per la riflessione giuridica sia per la rilevanza dei temi implicati, sia per la reiterata e continua ricerca legislativa di una disciplina sostanziale e processuale del silenzio atta a “semplificare” l’attività delle Amministrazioni pubbliche nel dichiarato interesse al rapido ed efficace esercizio della funzione amministrativa a vantaggio di cittadini ed imprese. è dal “silenzioso dialogo” tra dottrina, giurisprudenza e legislatore che si profilano coordinate essenziali per una ricerca mossa dall’intento di esplorare rinnovati significati ed implicanze profonde dell’ampio ricorso al silenzio cd. significativo, soprattutto nelle declinazioni del silenzio-assenso, nonché dell’incremento delle garanzie nei confronti di un’inerzia dell’organo amministrativo competente, inevitabilmente dannosa per gli interessi di cittadini ed imprese, non meno che per il buon andamento dell’amministrazione. Attraverso l’analisi critica dei profili di maggior interesse ed attualità e delle applicazioni alla disciplina della funzione pubblica di effetti tipizzati dell’inerzia amministrativa – specie del silenzio-assenso provvedimentale o a rilevanza endoprocedimentale – affiora e prende corpo il convincimento secondo il quale non è sostituendo con il silenzio la “voce” di chi deve curare l’interesse pubblico che può realizzarsi l’obiettivo di un’Amministrazione pronta ad assolvere alla sua funzione istituzionale, a garanzia del buon andamento nell’attività di tutti gli uffici che la strutturano (art. 97, co. 2 Cost.) nell’interesse della comunità.