Dedicare un volume ad una donna come Léontine Gruvelle significa, nel panorama odierno della ricerca, dare prova di coraggio. Il suo nome non figura in effetti in nessuna delle sillogi che si occupano della scrittura femminile di fine Ottocento e la definizione di »romancière oubliée» sembra calzarle perfettamente. In effetti, le donne sono state spesso escluse, cancellate dai manuali e la loro produzione dimenticata fino al momento in cui il loro nome stesso è stato seppellito dal silenzio e dall’oblio.
La produzione artistica di Léontine, fatta di tre romanzi pubblicati nel corso di tre anni, Flora Fuchs (1886), che fu un vero best seller dell’epoca, L’Argent et l’Amour (1887) e Le Bel Orlando (1888), fu certamente terapeutica e seguì la morte di suo marito, il pittore Giuseppe De Nittis. Ella pubblicò inoltre diverse novelle nelle riviste del tempo ed ebbe un ruolo importante, anche se non chiaramente definito, nella confezione delle Notes et souvenirs du peintre Joseph de Nittis (Paris, 1895).
Léontine Gruvelle è conosciuta per aver coltivato e conservato a prezzo di sforzi enormi la memoria di suo marito, di averne preservato l’opera (per quanto possibile) e di averla voluta donare al comune natio di Barletta perché creasse una pinacoteca in suo nome; ora occorre riscoprire il tratto quanto mai nascosto della sua identità di scrittrice.