L’opera affronta il problema del conflitto di interessi nella gestione delle società bancarie, esaminando la disciplina applicabile alla luce del complesso dispositivo di riferimento e del contesto sistematico che al presente connota l’agere finanziario. L’analisi muove da una preliminare ricostruzione della nozione di interesse sociale bancario, per poi proseguire con l’esame delle fattispecie di conflitto che caratterizzano l’azione degli esponenti aziendali e degli azionisti rilevanti. Particolare attenzione viene dedicata alle operazioni delle banche con soggetti collegati, nonché al divieto di interlocking e ai limiti alla remunerazione degli esponenti aziendali. Analogamente vengono affrontate le problematiche relative agli equilibri interni della compagine sociale e, in particolare, al ruolo dei proxy advisors. Completa l’indagine la individuazione di talune questioni riguardanti l’operatività dell’impresa bancaria di gruppo e il suo posizionamento sul mercato. Il lavoro evidenzia una linea ispiratrice che riflette le recenti modifiche normative in materia di governance bancaria. Consegue la chiarificazione delle ragioni che attestano la preferenza, manifestata dalla legislazione post crisi finanziaria, per una disciplina settoriale volta alla prevenzione del conflitto di interessi - in tutte le sue accezioni - piuttosto che alla sua mera gestione. Nella delineata ottica si spiegano alcune considerazioni interpretative e applicative della nuova normativa evidenziate, nel corso dell’analisi, al fine di fornire una lettura armonica e sistematica delle diverse fattispecie conflittuali che emergono ordinariamente nell’azione dell’impresa bancaria.