Il recente sviluppo delle neuroscienze ha contribuito a sollevare il dibattito culturale sulla dicotomia tra scienze fisiche e scienze umane. In tale prospettiva, riconsiderare i personalismi storici rende possibile proporre una riflessione a più voci sulla struttura relazionale e intenzionale della persona, sui temi della coscienza, della libertà, della responsabilità, delle emozioni, insomma dell’agire dell’uomo. Il dialogo tra neuroscienziati e filosofi proposto in questo lavoro intende offrire un contributo per ripensare il rapporto mente-cervello entro una visione olistica, più critica e meno riduttiva, a sostegno di una connessione proficua tra il bios, il logos e l’ethos. Il percorso di ricerca qui delineato si avvale della prospettiva filosofica che affonda le radici in un’antropologia etico-personalistica, indicando nell’urgente e non più rinviabile interconnessione dei saperi la base per costruire un ponte tra le neuroscienze e le scienze umane evidenziandone le radici comuni: il bisogno di verità e di conoscenza presenti nell’uomo.