Il Liber Belial (o Consolatio peccatorum), scritto nel 1382 Giacomo Palladino (1349-1417) alias Jacopo da Teramo – che nella sua brillante carriera fu anche vescovo di Taranto – è stato uno dei libri più tradotti e stampati in Europa tra il XV e il XVI secolo. L’Autore immagina che i diavoli, dopo la discesa di Gesù agli inferi e la liberazione delle anime dei Patriarchi, intentino nei confronti del Risorto un’azione giudiziaria affidando la procura a Belial.
Il processo che ne segue è descritto in tutte le sue fasi in un contesto di allegorie politiche (era in corso il grande scisma d’Occidente) e teologiche.
Nonostante gli evidenti contenuti di interesse giuridico il Liber Belial risulta poco studiato forse per la sua riconosciuta stravaganza. Il presente volume, curato da Francesco Mastroberti, presenta un’indagine storico-giuridica sull’edizione in volgare italiano (Venezia 1544) del Liber Belial attraverso lo scioglimento e l’esame delle citazioni giuridiche in esso contenute. Con il testo trascritto e annotato vi è anche una tavola comparativa delle citazioni giuridiche presenti nel manoscritto lateranense (sec. XV) e nelle più antiche edizioni a stampa europee.