La metamorfosi affonda le sue radici ancestrali in una concezione mitica del mondo, nell’ambito della quale costituisce uno strumento conoscitivo della realtà, una realtà considerata al di fuori di ogni dimensione storica. Una ricostruzione esemplare in chiave metamorfica del reale è opera del poeta Ovidio. A partire da lui è una riscrittura continua delle trasformazioni, sino ai nostri giorni, come poderoso tema letterario e mezzo di conoscenza. Nell’Umanesimo, insieme con un’estrema attenzione nei confronti di quelle ovidiane, vengono inventate (o ‘scoperte’) nuove “metamorfosi”: dalla esuberante fantasia del Pontano come dal raccolto e intenso pathos del Sannazaro. Vengono studiate qui le due grandi “metamorfosi” del Sannazaro, contenute nel poemetto Salices e nell’elegia 2, 4. A questi due componimenti aggiungo l’elegia 3, 2, l’elegia autobiografica, nella quale il poeta propone un consuntivo della sua vita, fondamentale per inquadrare e comprendere ogni aspetto del suo mondo poetico.