Il volume esamina genesi, ratio essendi e struttura dell’inedito rinvio pregiudiziale per la decisione sulla competenza territoriale, innestato nel tessuto codicistico dalla cd. “riforma Cartabia”.
L’analisi della nuova disciplina, oltre a essere condotta nella duplice prospettiva teorico-astratta e pragmatico-effettuale, affronta i principali dubbi interpretativi dalla medesima suscitati. L’Autrice, nel ripercorrere i numerosi nodi esegetici che, a causa dell’imperfetta formulazione dell’art. 24-bis c.p.p., rischiano di offuscare, se non addirittura pregiudicare, la funzionalità primaria del regolamento preventivo di competenza iure loci, tenta di offrire delle possibili soluzioni ermeneutiche sia alle anomie sia ai profili di incerta interpretazione dalla stessa ravvisate.
Nonostante l’esiguità del periodo di osservazione del concreto dispiegarsi del rinvio pregiudiziale nella prassi giudiziaria, il lavoro dedica particolare attenzione allo sviluppo diacronico dell’istituto registratosi nel suo primo anno di operatività. Numerosi sono, infatti, i richiami alle statuizioni attraverso le quali la Corte di cassazione, con un tasso sempre maggiore di precisione e puntualità, sta perfezionando la lettura, per certi versi oltremodo rigorosa, dalla stessa promossa con riferimento allo strumento regolatorio di recente conio.
La disamina delle prime indicazioni giurisprudenziali sul thema, combinandosi con lo studio dei gangli normativi, si rivela, inoltre, un’occasione per riflettere, non tanto (e non soltanto) sull’esigenza econometrica che anima l’incidente di competenza territoriale, quanto piuttosto sul rischio che siffatto meccanismo regolatorio, per effetto di distorsioni prasseologiche volte a esasperarne la residualità operativa, possa esser “vittima” della forza travolgente dell’efficientismo giudiziario.