Il dirompere sulla scena mondiale della crisi economico-finanziaria del 2008 ha messo in luce tutti i limiti ontologici dell’architettura politico-economica europea. Nel tentativo, quindi, di salvaguardare l’UEM (e con essa la stessa Unione), le Istituzioni europee hanno avviato un lungo percorso di riforma della governance economica tutt’oggi in fieri. In particolare, in tale processo riformista si e reso indispensabile coinvolgere sempre di piu i privati nel governo economico dell’UE, quantomeno nei suoi momenti patologici. Questa scelta, tuttavia, si e dimostrata nel tempo foriera di gravi compressioni degli interessi giuridico-patrimoniali degli individui poiche non accompagnata dalla creazione di adeguati strumenti di tutela. Muovendo da siffatto contesto, il lavoro esamina in primo luogo la genesi del c.d. Private Sector Involvement tentando, in particolare, di delimitare la problematica ed eterogenea categoria giuridica dei privati. All’esito di tale analisi, l’opera passa in rassegna i due istituti maggiormente rappresentativi della riformata governance economica europea, ovvero il Meccanismo europeo di stabilita (MES) ed il Meccanismo di risoluzione unico (SRM), unitamente alla loro incidenza negativa sulla sfera giuridica dei privati. Le riflessioni cosi svolte, d’altronde, potrebbero risultare oggi quanto mai utili a non farsi cogliere (nuovamente) impreparati da una sempre piu probabile crisi – tanto dei debiti sovrani, quanto degli enti creditizi – dovuta alla fine dell’economia pandemica nonche al protrarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina.