Il patrimonio culturale e, nella sua dimensione complessiva, l’evolversi della cultura, appaiono interessati da rilevantissime trasformazioni nel mondo globale contemporaneo, le quali, in modo inedito ed espansivo, ne incidono la trama concettuale, anche sul versante della relazione con la persona, considerata nel ruolo di fruitore e di co-creatore del valore culturale, ed investono anche la doverosità pubblica, alla quale risultano affidati compiti di tutela e promozione sia dello sviluppo della persona che della cultura su piani che, ormai, si proiettano su una costante linea attuativa di reciproco slittamento e commistione. Nel sistema di regolamentazione giuridica sovranazionale rileva l’ampliamento del profilo definitorio ed identificativo del culturalmente rilevante, che orienta la nozione di bene culturale ad essere ricompresa nell’ambito di un concetto di cultura di estensione antropologica, con il correlato superamento di una visione marcatamente materialistica; dall’altro, emerge lo spostamento d’attenzione dalle dinamiche e dai regimi statico-conservativi ai profili gestori, che, rispetto al passato, si caricano di innumerevoli obiettivi di pubblico interesse legati allo sviluppo della persona, della comunità, dei territori, nella prospettiva d’attualizzazione della relazione tra economia e cultura. In modo concorrente, quale terzo inarrestabile fattore di utamento, si pone in evidente risalto l’impatto della transizione digitale, che contribuendo alla “vivificazione” del patrimonio culturale, proietta verso una concezione dinamica ed aperta della fruizione e della partecipazione culturale che, a loro volta, più che in passato, mettono in luce gli odierni limiti della questione definitoria, segnata dalla trasposizione della categoria della cultura dall’essere riconosciuta in quanto principio ad essere codificata come diritto, e la necessità di uno statuto giuridico del bene culturale pubblico digitalizzato.